
Chi pensa al digitale come a un nemico compie un gravissimo errore! È diventata una scusa piuttosto comune sostenere che gli e-commerce e le ricerche da dispositivi mobile abbiano diminuito le visite dei clienti all’interno dei negozi fisici. Niente di più sbagliato.
Indubbiamente il comportamento d’acquisto è notevolmente evoluto rispetto a qualche anno fa, ma lanciarsi in una crociata contro gli smartphone e le App è alquanto sconsiderato. Le ultime ricerche sui consumatori, infatti, rivelano che questi nuovi strumenti digitali attirano i clienti ai negozi fisici con molta più forza rispetto a quanto non facciano con gli e-commerce.
I fattori che tengono i clienti lontani da un retail sono la disinformazione e la paura di non trovare ciò che si sta cercando. A questo proposito Google ha condotto una ricerca con Ipsos media CT e Sterling Brands, da cui è emerso un divario sempre più sottile tra reale e virtuale, tra offline e online.
La ricerca effettuata da Google, contribuisce a sfatare tre miti comuni inerenti la vendita al dettaglio:
MITO # 1: i risultati di ricerca indirizzano i consumatori solo verso i siti e-commerce. In realtà Italia circa il 98% è più propenso ad effettuare acquisti in store, ma quasi sempre solo dopo essersi affidato ad una ricerca online del prodotto o servizio. Cosa vogliono trovare online i consumatori, prima di recarsi in un negozio? Sicuramente la posizione del negozio sulla mappa della città, lo stock di prodotti disponibili, il listino prezzi e, dulcis in fundo, i tuoi contatti.in Macys.com, per esempio, utilizza i local inventory ads per esporre ai consumatori i prodotti disponibili in negozio a chi è di passaggio.
MITO # 2: una volta in-store, i consumatori iniziano a guardare il proprio smartphone e il rivenditore perde la loro attenzione. In realtà, secondo la ricerca, il 42% degli acquirenti in-store cerca informazioni online mentre è nel negozio e quasi la metà di loro si indirizza al sito del rivenditore o all’app. Questo rappresenta una straordinaria opportunità di connessione con i potenziali clienti, per impedire loro di rivolgersi alla concorrenza. Sephora, ad esempio, è un brand che ha deciso di sfruttare il mobile per offrire una migliore esperienza in negozio ai consumatori, aiutandoli a trovare i prodotti perfetti, tramite un’apposita App che assiste i clienti, dando loro accesso diretto alle valutazioni e alle recensioni dei prodotti.
MITO # 3: la ricerca online ha abbassato le aspettative dei consumatori verso i negozi, che sono diventati luogo di transazioni veloci. In realtà, le persone visitano i negozi in tutto il loro viaggio d’acquisto, anche prima di comprare effettivamente il prodotto, ma sono alla ricerca di esperienze formative e personalizzate; l’85%, infatti, dichiara che sarebbero stati più propensi a fare acquisti in luoghi che offrono coupon personalizzati e offerte esclusive in-store.
Con 2 consumatori su 3 che non trovano le informazioni di cui hanno bisogno nel negozio e il 43% che lo abbandona frustrato, il digitale rappresenta un’opportunità, per gli imprenditori, di migliorare la customer experience tramite la multicanalità.
Il negozianti hanno con sé un abile compagno di viaggio: la tecnologia. Con essa al loro fianco, una grande dose di intraprendenza e di creatività, i retailer sono pronti per spiegare le vele verso il mare aperto.
Ma, quali dispositivi sono capaci di attirare clienti in negozio? Vediamoli insieme!
1# Check-in Deals, un sistema di incentivi basato sulle pagine di Facebook Places. La piattaforma permette alle aziende di offrire sconti e promozioni agli utenti, individuabili mediante un’icona gialla vicino al nome del luogo (eccetto per quelle a scopo benefico, che sono di colore verde). I deals possono presentare limiti di durata, di quantità e di check-in. Aziende che usufruiscono di questo servizio sono ad esempio AC Milan, che ha offerto uno sconto sugli acquisti al San Siro Store a coloro che effettuavano un check-in nel corso di determinate partite e Starbucks che ha offerto un caffè gratis ai primi 30.000 utenti registrati presso uno store UK. Il vero cuore pulsante di Facebook Places, però, sono le recensioni: basti pensare che il 92% dei consumatori ritiene che le recensioni siano molto utili nel prendere decisioni di acquisto.
2# Facebook Offers, il servizio di social shopping che consente alle aziende proprietarie di una fanpage di pubblicare offerte e sconti esclusivi per i propri follower. Ricevere l’offerta è molto semplice: cliccando sull’apposito link, un’e-mail viene inviata all’indirizzo di posta associato a Facebook, oppure direttamente sullo smartphone. Il primissimo caso apparso in Italia di Offerte lanciate su Facebook è quello di Best Western: la nota catena alberghiera ha scelto infatti di pubblicare la promo di un soggiorno estivo in Francia.
3# Le Call to Action per le fanpage, come ad esempio “richiedi un preventivo” e “richiedi un orario”, sono in grado di spingere un potenziale cliente in negozio. É buona regola inserire un piccolo testo di rassicurazione per sciogliere gli ultimi dubbi che assalgono l’utente eprima di cliccare; nel caso di un bottone con scritto “richiedi un preventivo” potremo aggiungere ad esempio “gratis e senza impegno“.
4# Organizzare concorsi sui social network, in modo da far compiere agli utenti un’azione online, che verrà poi terminata nel negozio fisico. Si può pensare, ad esempio, ad una semplice estrazione a sorte, ad un test, un quiz, un giveaway o meccanismi che premino i migliori contributi degli utenti con coupon da sfruttare all’interno dello store.
5# Impostare il targeting per località di Google Adwords, in modo da poter proporre gli annunci ai clienti di un’area geografica selezionata. Grazie a questa funzionalità è possibile mostrare gli annunci agli utenti che si trovano fisicamente, che digitano nella query, o che in rete display visitano pagine relative alla località di interesse, e che quindi sono più stimolati a visitare il negozio.
6# Google local inventory ads, un’estensione locale di Google Adwords che permette agli utenti di individuare i prodotti che stanno cercando nei negozi immediatamente vicini. Una volta cliccato l’annuncio di interesse si apre una scheda di Google con le indicazioni per raggiungere il negozio che dispone dell’articolo, i suoi orari di apertura e altre informazioni utili. Al momento, il programma Local Inventory Ads non è disponibile in Italia, ma c’è da scommettere che sarà aperto presto, quindi consigliamo di tenerlo in considerazione.
7# Beacons, ovvero dispositivi che attraverso la tecnologia bluetooth sono in grado di trasmettere informazioni a smartphone e tablet, con un raggio di azione regolabile dai 10 cm ai 70 m. Attraverso i beacons, è possibile veicolare informazioni e una vasta gamma di contenuti (foto, video, offerte, coupon, guide e molto altro) agli utenti che abbiano scaricato l’App del brand.
Lo scenario è chiaro: l’utente conduce una ricerca online pre-acquisto per comparare prezzi e vedere i prodotti che gli interessano, ma non rinuncia a “toccare con mano” e, se la sua esperienza all’interno del negozio è soddisfacente, decide di acquistare in loco. L’integrazione dello shopping online e offline diventa quindi fondamentale per qualsiasi azienda che desideri aumentare i clienti nel proprio negozio.
Nonostante questi dati, sono ancora molti gli imprenditori scettici verso il successo della trasformazione digitale delle imprese. Tra i maggiori fattori di ostacolo individuati, spiccano la resistenza al cambiamento, l’inadeguatezza delle scelte direzionali e la mancanza di risorse adeguate per poter sostenere i necessari passaggi verso il cambiamento.
Insomma, la l’integrazione online e offline necessita non solo di tecnologie avanzate, ma anche di un rinnovato sentimento di fiducia degli imprenditori.
E tu? Sei convinto/a che il digitale rappresenti un’opportunità di migliorare l’esperienza di acquisto all’interno del tuo negozio? Contattaci!
share this on...