
L’emergenza da Coronavirus, nel giro di qualche settimana, ha fatto il giro del mondo e ha costretto tutti a fermarsi. Questo virus è riuscito, silente, a diffondersi con velocità e abbiamo dovuto affrontarne le conseguenze sotto diversi aspetti, dal lockdown delle attività commerciali alla quarantena forzata dentro casa. A livello emotivo e psicologico, sono tante le domande che si susseguono nella nostra mente, alle quali tuttavia non si può ancora dare una risposta. Quanto durerà la pandemia? Come sarà la nostra vita dopo il Covid-19?
Anche per le aziende che lentamente stanno riprendendo sarà dura, questo perché, soprattutto i primi mesi, sarà necessario lavorare con guanti, mascherina, gel igienizzante a portata di mano e mantenendo le adeguate distanze di sicurezza. Inoltre, dovranno riguadagnarsi la fiducia del cliente che, se prima era espressa attraverso l’acquisto, adesso implica il contatto e la paura che porta con sé.
Qui sopra troviamo un grafico pubblicato da Neil Patel (uno dei 10 migliori marketers al mondo, secondo Forbes) nel quale viene mostrato l’andamento del traffico web di queste settimane, diviso nei vari settori. Cosa cambia nel web dopo il Coronavirus? Se le strade sono vuote perché le persone non possono uscire di casa, al contrario, Internet è un posto molto affollato al momento: gli acquisti avvengono sempre più online che offline, i social media sono il luogo dove fare community e le piattaforme video, oltre che indispensabili per lo smart-working, si sono trasformate in una sorta di cafè virtuali dove incontrarsi con gli amici per scambiare quattro chiacchiere.
Per tutti coloro che sono alla ricerca delle migliori strategie aziendali in tempo di crisi, che si stanno chiedendo cosa fare in attesa della ripartenza e sono preoccupati di non farcela, noi diciamo che la risposta è solo una e risiede nelle potenzialità del marketing non tradizionale.
Come dice chi gioca in borsa:“Sii spaventato quando gli altri sono avidi e sii avido quando gli altri sono spaventati”. In altre parole, mettiti in gioco quando gli altri si fermano o scelgono addirittura di non giocare, questa è l’opportunità giusta per agire e guadagnare quote di mercato. Le scelte sono due: soccombere alla crisi oppure scegliere di reinventarsi.
Mentre noi ci siamo fermati, il mondo continua a cambiare e sorge spontaneo chiedersi come adattare la propria strategia di marketing dopo il Coronavirus. Ha ancora senso investire nel cosiddetto out-of-home advertising? La pubblicità per strada, la forma di marketing più tradizionale che conosciamo, si basa sul generare brand awareness dalla fiancata di un autobus o alla fermata della metropolitana. Nei prossimi mesi sarà meno frequente spostarsi con i mezzi pubblici per andare a scuola, andare in macchina al lavoro o anche semplicemente fare una passeggiata in centro. Ci si chiede allora, quale sarà l’effettivo ritorno di un cartellone pubblicitario?
Al contrario, gli investimenti nel web marketing dopo il Coronavirus potrebbero incrementare. Quello a cui assisteremo sarà un aumento degli investimenti in social advertising – si stima intorno al 20% – poiché i consumatori, passando più tempo in casa, preferiranno fare acquisti online piuttosto che uscire. Questo ha portato anche ad un aumento sostanziale di persone che accedono ai social media, in tutte le fasce d’età.
Decidendo di adottare queste nuove strategie aziendali per affrontare la crisi, diventa di fondamentale importanza scegliere le parole giuste con le quali comunicare e, in questo periodo d’emergenza, dobbiamo prenderci la responsabilità e aver consapevolezza del contenuto che pubblichiamo.
Alla domanda “Cosa si aspettano i consumatori dai brand?”, l’80% degli intervistati ritiene necessaria la chiusura delle attività non essenziali e, in Italia, uno dei paesi più colpiti dal virus, la percentuale arriva fino al 93%.
Contemporaneamente i brand, grandi o piccoli che siano, devono riuscire ad adattarsi alla situazione attuale, soddisfacendo le necessità dei consumatori, che si aspettano di ricevere un supporto dai brand che seguono e scelgono. Questo si traduce in un cambiamento delle scelte di marketing dopo il Coronavirus, che parte dalle strategie di comunicazione per semplificare la fruizione di contenuti e servizi online, fino ad arrivare ad implementare l’offerta grazie all’home-delivery.
Gli e-commerce stanno vivendo sotto pressione, subissati di richieste, soprattutto e per ovvie ragioni, quelli legati ai beni di prima necessità (GDO e farmacie) ma non solo. Se già da tempo stavi valutando di investire in un e-commerce, questo potrebbe essere il momento giusto per lanciarsi! Gli italiani, durante il lockdown, si sono rivolti alle più svariate categorie di negozi online: attrezzature per fitness e bricolage, elettronica, giocattoli e prodotti per la cura degli amici a quattro zampe, solo per citarne alcuni.
I proprietari degli e-commerce dovranno, come si suol dire, rimboccarsi le maniche per garantire al consumatore la migliore esperienza possibile. Alcuni aspetti da tenere sotto controllo sono: l’usabilità del portale, la comunicazione tempestiva e aggiornata, l’assistenza al cliente 24 ore su 24, il controllo della merce a magazzino, prezzi in linea con il mercato (un plus è rappresentato dall’offrire una scontistica) e la garanzia di consegna.
Sono anni che le piccole imprese commerciali, i cosiddetti negozi di quartiere, cercano di stare al passo con i giganti della grande distribuzione e gli e-commerce, ottenendo finora solo scarsi risultati. In modo imprevisto, l’emergenza da Coronavirus è riuscita a portare nuova linfa vitale a questi esercizi, un mix tra ingegno e forte volontà di sopravvivenza ha permesso ai micro-imprenditori di delineare strade alternative per il futuro. Bisogna fare di necessità virtù, come si suol dire. In particolare, alcuni negozi hanno intrapreso la sfida delle consegne a domicilio e quindi hanno la necessità di comunicarlo ai propri clienti. C’è chi si sta arrangiando con i mezzi a propria disposizione, per esempio attraverso i social network e le piattaforme di messaggistica.
Noi possiamo consigliare, innanzitutto, di curare la propria scheda Google My Business aggiornando i nuovi orari di apertura e chiusura e segnalando qualora venga effettuata la consegna a domicilio. Questo perché causa Covid-19, Google ha contrassegnato le schede GMB come “chiuse temporaneamente”: un’azione messa in atto dal motore di ricerca per verificare quali attività commerciali non aggiornano le loro informazioni da tempo. Durante questo periodo di emergenza è fondamentale fornire notizie accurate: sono sempre di più le persone che cercano online quali attività sono aperte e quali offrono servizi di home-delivery.
Hai un ristorante e consegni piatti a domicilio? Con un sito web della tua attività, potresti pubblicare il menù aggiornato: per i clienti sarà più facile vedere tutte le opzioni disponibili prima di fare ordinazioni online o tramite chiamata. Oppure, se al momento non puoi fare le consegne, perché non aprire una sezione blog sul tuo sito? Potresti svelare le ricette dei tuoi pezzi forti, i piatti preferiti dai tuoi clienti e poi condividere i contenuti su tutti i tuoi canali social!
Il primo consiglio che vogliamo darvi è quello di non fermare i vostri canali social: anche se la vostra attività commerciale ha dovuto necessariamente abbassare le saracinesche, i social network sono uno strumento utile per continuare a mantenere attiva la relazione con i clienti.
“Come posso essere utile?”, è questa la direzione che deve prendere ogni tentativo di comunicazione social durante il Coronavirus. Non servono idee geniali, ma responsabilità e comprensione verso le priorità del momento.
Ti stai chiedendo come gestire il marketing coi social media per le piccole attività commerciali? I video e le live su Facebook e Instagram, sono i format più gettonati perché consentono di raggiungere un maggiore numero di utenti. Hai un centro estetico o un salone di parrucchiere? Potresti creare una rubrica giornaliera, sotto forma di video tutorial, in cui offri consigli alle tue clienti su come prendersi cura della persona direttamente dal proprio bagno! Hai una palestra o sei un personal trainer? Potresti organizzare alcune dirette, una sorta di appuntamento con cadenza settimanale, in cui proporre un workout per allenarsi dentro le mura domestiche! Se offri un servizio di consegna a domicilio, comunicalo alla tua clientela offrendo la consegna gratuita su un minimo d’ordine o qualche offerta speciale su alcuni prodotti. Nella tua strategia di comunicazione social durante il Coronavirus, fai attenzione alla tua customer care, in particolare su Facebook, ad esempio personalizzando il messaggio di benvenuto e impostando le risposte alle domande più frequenti: prendersi cura dei propri clienti significa fare il possibile per mantenerli e fidelizzarli.
L’e-mail non è solo marketing: nel momento del bisogno può essere lo strumento più efficace per comunicare. L’emergenza da Coronavirus ha posto l’accento sull’importanza di mantenere i contatti con il proprio pubblico. Ad esempio, se sei un albergatore, hai già comunicato ai tuoi ospiti la chiusura della struttura? Potresti trasmettere anche un messaggio di speranza, magari allegando foto del territorio per evocare bei ricordi! Scrivere una mail utilizzando lo stile della lettera inoltre, potrebbe trasmettere ancora più calore e vicinanza.
Ricapitolando, la bellezza del digital rispetto al marketing tradizionale è che ogni azione può essere tracciata e quindi il ritorno sul tuo investimento è sempre tangibile, permettendoti di adottare le migliori strategie aziendali anche in tempo di crisi. Al contrario della pubblicità offline e le sue cifre stellari, puoi iniziare a fare marketing sul web anche con un budget minimo, in base alle tue disponibilità del momento. Insomma, non serve essere dei big brand o avere fondi smisurati e, scegliendo di affidarti ad un team di professionisti della comunicazione digitale, sarai sicuro che il tuo investimento continuerà a fruttare anche sul lungo termine!
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