3 Gennaio 2017

Google Voice Search: cos’è la ricerca vocale?

Ghostwriter - BePrime | Categoria:

Negli ultimi anni con il diffondersi di sistemi operativi e browser in grado di interpretare ciò che viene pronunciato dall’utente per trasformarlo in una ricerca testuale, sempre più persone utilizzano questo strumento per effettuare le proprie ricerche sui motori di ricerca. Già alla fine del 2014 lo stesso Google segnalava come negli Stati Uniti il 55% dei ragazzi e il 41% degli adulti utilizzassero questo strumento più di due volte al giorno. Apple è stata la prima azienda a capire l’importanza di questa nuova tecnologia introducendo Siri e il gigante di Mountain View ha risposto prontamente con Google Voice Search.

Se consideriamo che con la voice search gli utenti sono portati a porre delle domande per trovare ad esempio degli esercizi commerciali, possiamo comprendere come cambino completamente i criteri di ricerca rispetto alla tradizionale ricerca testuale. Se proviamo ad effettuare una ricerca digitando il testo e facciamo lo stesso con la ricerca vocale noteremo che i risultati saranno differenti, questo perché utilizzando una ricerca vocale si tende ad essere più colloquiali e porre delle domande maggiormente articolate. La ricerca di una pizzeria a Milano avverrà digitando “pizzeria Milano”, ma con la ricerca vocale molto probabilmente saremo portati a chiedere: “Dov’è la pizzeria più vicina a me?”.

Ottimizzazione per la ricerca vocale.

Le interazioni come abbiamo visto cambiano nettamente e se molte ricerche vocali sono legate a delle domande articolate e associate ad una zona circoscritta, risulta chiaro che per intercettare questi utenti bisogna adottare una strategia mirata di Voice Search Optimization.

Per chi ha un’attività locale risulta essenziale avere una scheda di Google MyBusiness aggiornata con tutti i dati e le informazioni utili per gli utenti. Questo permetterà di avere un vantaggio competitivo legato alle ricerche geolocalizzate.

L’utilizzo di frasi con periodi lunghi e spesso interrogativi impone invece l’utilizzo di chiavi a coda lunga per intercettare le ricerche degli utenti; un altro accorgimento estremamente utile è quello di avere una pagina delle FAQ (frequently asked question) in cui rispondere a tutte le possibili domande legate alla propria attività.

L’utilizzo dei microdati sarà essenziale per far comprendere meglio ai motori di ricerca il settore in cui operiamo e tutte le informazioni più rilevanti legate ai nostri prodotti e servizi, che dovranno essere coerenti con quelle fornite nella scheda di Google MyBusiness.

Se consideriamo che solitamente la Google voice search viene utilizzata prevalentemente da dispositivi mobili, possiamo facilmente comprendere come sia essenziale curare la navigazione da tali dispositivi per migliorare l’esperienza dell’utente finale. In tal senso sarà fondamentale che il nostro sito internet sia responsive per adattarsi a smartphone e tablet e che la velocità di caricamento delle pagine sia quanto più performante per evitare alte percentuali di abbandono.

Monitorare le performance per calibrare la strategia Seo

Il passo successivo alle ottimizzazioni sarà quello di monitorare le performance del nostro sito, per capire in che modo gli utenti si comportino e nel caso specifico analizzare eventuali differenze tra la navigazione lato desktop e quella lato mobile. Allo stato attuale con Analytics non è possibile capire quali utenti siano atterrati sulle pagine del nostro sito da ricerche di tipo vocale, tuttavia analizzando i dati legati al traffico mobile è possibile capire se la user experience è ottimale e correggere il tiro.

In conclusione dato che il traffico da dispositivi mobili è in crescita continua, suggeriamo di non sottovalutare questa nuova tipologia di trend di ricerca, evitando di affidare al caso la propria strategia SEO.

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